Tradizione orale, memoria e scrittura: il lavoro di Carmelo Campanella. Con le note di Gianni Guastella e Andrea Nicita
L’incontro con Carmelo Campanella
di Chiara Ottaviano
Carmelo Campanella è nato a Ragusa nel 1931 e ha vissuto fino a pochi anni fa in campagna allevando bovini. In tarda età, era il 2000, ha scoperto di essere custode di un “patrimonio” di valore. Era l’anno del Giubileo, e con altri pellegrini era diretto in autobus a Roma, la prima gita della sua vita, così afferma, anche se in verità era già stato in viaggio dai parenti negli Stati Uniti. Sul pullman, per intrattenere la comitiva, qualcuno si era impossessato del microfono e aveva cominciato a recitare con incertezza qualche strofa in dialetto di non so più quale storia di santo, ricevendone grande apprezzamento. A quel punto il sig. Campanella, superando la timidezza, ha pensato di offrire all’auditorio un piccolo saggio della sua straordinaria memoria e del suo (vastissimo) repertorio di storie e di “cunti”, di canzoni e di preghiere, di motti di spirito e indovinelli, quasi tutto in versi e in dialetto siciliano, ma non solo. E’ stata l’ammirazione suscitata in quel gruppo di sconosciuti, così racconta, a renderlo improvvisamente consapevole del “tesoro” posseduto. Da qui la determinazione nell’intraprendere la sua avventura culturale, ovvero la trascrizione di tutto ciò che aveva impresso nella memoria a cui attribuiva rilevanza e valore, ritenendo che quel tesoro dovesse essere salvato per le generazioni successive alla sua e quindi condiviso. La scrittura era il mezzo.
L’entusiasmo può a volte essere contagioso. Gianni Guastella, ordinario di Lingua e Letteratura latina all'Università di Siena, che da classicista è da sempre interessato al rapporto fra oralità e scrittura, ha voluto incontrarlo e non ha esitato ad accogliere l’invito a scrivere per l’Archivio degli Iblei proprio a partire dall’ “impresa scrittoria” di Campanella, “etnografo di se stesso e del proprio mondo”. Il suo è un breve ma acutissimo saggio di grande stimolo sia per la riflessione sulle tante forme di trasmissione della memoria, che non escludono internet, sia per il riconoscimento del “mondo poetico straordinariamente variegato” del nostro Campanella. Anche Andrea Nicita, che mi ha accompagnato in tutti gli incontri permettendo così una documentazione audiovisiva, fresco di seri studi in filosofia ed estetica, ha voluto dare il suo prezioso e originale contributo a partire dalla centralità del tema del “linguaggio” presente negli scritti e nelle dichiarazioni di Campanella. Particolarmente acuta è la sua lettura del passaggio “dall’oralità a internet”.
Infatti il sig. Campanella oltre che un frequentatore della biblioteca pubblica è anche un appassionato navigatore in internet. (continua)
Credits documenti audiovisivi |
Interviste di Chiara Ottaviano
Riprese: Andrea Nicita
Montaggio: Elisa Malvestito