Iano Catania
Noto a tutti come Iano Catania, è nato a Chiaramonte Gulfi nel 1932. Emigrato nel 1959 a Milano e a Zurigo nel 1962, nel 1963 ha iniziato a lavorare come artigiano a Ginevra. Rientrato nel paese d’origine ha avviato una bottega di ebanisteria, nella quale ha lavorato con passione per decenni.
Nell’intervista commenta Terramatta di Vincenzo Rabito, ma soprattutto racconta la sua esperienza di vita: la fame e la guerra, l’emigrazione nel Nord Italia e in Svizzera, la conquista di un lavoro, l’esperienza di artigiano, la passione per la lettura.
L’anziano artigiano ricorda come, nonostante la scelta di abbandonare Chiaramonte fosse stata imposta da motivi economici, l’esperienza dell’emigrazione a Milano e in Svizzera si fosse rivelata positiva e arricchente.
Traendo spunto da Terra matta l’intervistato riflette sul significato delle scelte di voto in occasione delle elezioni e sulla necessità e capacità di adattarsi ai cambiamenti.
ll testimone ricorda la presenza delle truppe tedesche in paese durante la seconda guerra mondiale e la festa dei bambini per l’arrivo degli americani nel luglio 1943.
Prima e dopo la seconda guerra mondiale il ricordo della fame, delle condizioni di povertà e di quando “mancava tutto”. Il padre del testimone prendeva i terreni a “gabella”. Il patto di gabella (contratto di terratico) prevedeva il pagamento di una certa quantità di grano per il terreno preso in affitto.
Nonostante le misere condizioni di vita, l’intervistato ricorda l’importante ruolo della madre nel trasmettergli l’amore per la lettura.
Nel commentare Terra matta l’intervistato sottolinea il realismo nella descrizione di condizioni di vita che lui stesso ha sperimentato. Condivide con l’autore il valore del lavoro e l’attaccamento alla famiglia. Pensa che la straordinaria invenzione linguistica di Rabito sia stata originata dal “bisogno” di comunicare.