Carmelo Adamo

Carmelo Adamo

Carmelo Adamo, il secondo di cinque figli, è nato a Ispica nel 1941 e ha frequentato le scuole fino alla V elementare. Dopo aver cominciato a lavorare fin da giovanissimo, nel 1961 è emigrato in Germania dove ha lavorato nelle miniere di carbone di Kapellen, oggi chiuse. Si è sposato nel 1966 e ha due figli.

Una volta terminata la scuola, per Carmelo Adamo iniziò subito la dura vita del lavoro in campagna. Non vedendo per lui alcun futuro a Ispica, decise di presentare domanda di emigrazione in Germania nonostante il volere del padre

Ai neoassunti in miniera, prima di iniziare il lavoro nel sottosuolo, venivano insegnate poche parole essenziali e le principali norme di comportamento sia per evitare situazioni di pericolo sia per poter comunicare con compagni di lavoro di altre nazionalità.

I minatori neri per il carbone, che uscivano dalla miniera dopo il turno di notte, erano un’immagine inquietante per chi per la prima volta si avvicinava a quella realtà.

Umidità, sporcizia, buio, caldo e sete: erano queste le condizioni in cui si lavorava sottoterra. In miniera sembravano non esserci quelle differenze di classe che normalmente vigevano

La bassa statura (“la taglia bassa”) di Carmelo Adamo lo rendeva adatto, suo malgrado, a lavorare in lunghi cunicoli di 50 centimetri di altezza: pancia a terra per otto ore al giorno

Carmelo Adamo racconta un episodio fortunato in cui il caso lo salvò da una morte sicura: un crollo improvviso in miniera che seppellì vivi molti minatori.

La paga mensile nei primi tempi di lavoro in miniera era appena sufficiente per le spese essenziali. Il ricordo va all’acquisto di un cappotto necessario per il rigore del clima, pagato con una somma equivalente a cinque mesi di lavoro

Lo stipendio di chi lavorava in fabbrica era superiore rispetto a quello dei minatori ma gli operai non avevano nessuna di quelle facilitazioni di cui godevano i minatori, come l’alloggio prima di tutto.

Nonostante la durezza del lavoro Carmelo Adamo valuta positivamente l’esperienza in miniera e racconta gli avanzamenti di carriera e i benefici conseguenti.

Carmelo Adamo racconta un episodio fortunato in cui il caso lo salvò da una morte sicura: un crollo improvviso in miniera che seppellì vivi molti minatori.

Malgrado la fatica e la sofferenza fisica del lavoro in miniera, Carmelo Adamo rivendica la scelta di lavoro come ottimale ed esalta in dettaglio alcuni benefici, come per esempio un certo quantitativo di carbone (oggi tradotto in denaro) che gli spetta vita natural durante.

Al centro del racconto di Carmelo Adamo tutti i mezzi di trasporto che ha avuto a disposizione: dalla bicicletta alla moto alle automobili.

Grazie al doppio lavoro (in miniera e in una fabbrica di bibite) Carmelo Adamo è riuscito a costruirsi più di una casa e a godersi un sereno pensionamento.