10. La fotografia come strumento di documentazione e di propaganda
L’album al fronte di Nino Calabrese
Sono fonti iconografiche della grande guerra le fotografie, le cartoline illustrate, i filmati; tutti mezzi utilizzati come strumenti di propaganda. L’esercito stesso li produceva, grazie ad un reparto dedicato, promuovendone la circolazione e la vendita. Più rare sono invece le foto scattate direttamente dai soldati, data la necessità di possedere delle attrezzature e delle adeguate capacità tecniche. Particolarmente preziose sono per questo le foto, raccolte in album, del modicano Nino Calabrese e consultabili tutte sul portale dell’Archivio degli Iblei.
Come per la corrispondenza anche per le foto la censura era quanto mai vigile. Nelle fotografie di Nino Calabrese è la quotidianità dei soldati nelle retrovie nei momenti di pausa e di svago a essere prevalentemente documentata.
Documenti letti e commentati sul ruolo della fotografia in guerra:
Le foto di questa galleria appartevano a soldati e ufficiali ragusani che hanno partecipato alla prima guerra mondiale.
Il conflitto, iniziato per l’Italia il 24 maggio 1915 e concluso il 4 novembre 1918, mobilitò per il fronte circa 5.600.000 uomini. La Sicilia fu la quinta tra le regioni italiane nel fornire il maggior numero di combattenti: circa 485.000 uomini, l’8,7% del totale.
Sul fronte persero la vita 44.544 siciliani; di essi 7.003 provenivano dalla provincia di Siracusa, che all’epoca comprendeva anche il ragusano.
I combattenti italiani morti nei quattro anni di guerra furono 529.025. La stima dei soldati di tutti gli eserciti che non fecero ritorno in patria alla fine della grande guerra si aggira intorno ai 9 milioni.
In questo album le foto che ritraggono l’autore, un “ragazzo” del ’99 nato a Modica, e i paesaggi delle zone di guerra da lui fotografati.
Sono i figli Ignazio, Pierantonio e Maria Grazia a conservare gelosamente l’album del reportage di guerra di Nino Calabrese, così come fu da lui stesso impaginato e lasciato a futura memoria.
Nato a Modica il 29 gennaio 1899, appena conseguito il diploma di ragioniere all’Istituto Tecnico Archimede, viene inviato al fronte dopo la disfatta di Caporetto, insieme con migliaia di altre reclute diciottenni.
Entra a far parte della squadra degli Arditi e viene ferito alla tempia in una delle prime azioni belliche. Durante la convalescenza in ospedale, si fa apprezzare per le sue doti di abile disegnatore, cartografo e appassionato fotografo. Una volta guarito, riceve l’incarico di seguire le truppe al fine di tracciare su una carta geografica le postazioni, le manovre, i luoghi della sua zona di guerra, in Val d’Adige.
Le foto del reportage sono state scattate con una macchina fotografica di sua proprietà e stampate in un laboratorio da lui stesso attrezzato nella fureria del campo.
Le immagini sono una testimonianza diretta non solo dell’attività militare ma anche della vita quotidiana che si svolge al fronte. Ora col suo occhio ora con quello del fedele amico Annino, vengono colti e fissati gli eventi, quasi sempre commentati con didascalie di suo pugno, illustrative e a volte anche spiritose e ironiche.
Dove presenti sono state rispettate le didascalie dell’autore.
In questo secondo album di Nino Calabrese sono raccolti ritratti fotografici di ragazze incontrate nelle zone di guerra e foto che documentano alcuni di momenti di vita quotidiana al fronte.
Sono i figli Ignazio, Pierantonio e Maria Grazia a conservare gelosamente l’album del reportage di guerra di Nino Calabrese, così come fu da lui stesso impaginato e lasciato a futura memoria.
Nato a Modica il 29 gennaio 1899, appena conseguito il diploma di ragioniere all’Istituto Tecnico Archimede, viene inviato al fronte dopo la disfatta di Caporetto, insieme con migliaia di altre reclute diciottenni.
Entra a far parte della squadra degli Arditi e viene ferito alla tempia in una delle prime azioni belliche. Durante la convalescenza in ospedale, si fa apprezzare per le sue doti di abile disegnatore, cartografo e appassionato fotografo. Una volta guarito, riceve l’incarico di seguire le truppe al fine di tracciare su una carta geografica le postazioni, le manovre, i luoghi della sua zona di guerra, in Val d’Adige.
Le foto del reportage sono state scattate con una macchina fotografica di sua proprietà e stampate in un laboratorio da lui stesso attrezzato nella fureria del campo.
Le immagini sono una testimonianza diretta non solo dell’attività militare ma anche della vita quotidiana che si svolge al fronte. Ora col suo occhio ora con quello del fedele amico Annino, vengono colti e fissati gli eventi, quasi sempre commentati con didascalie di suo pugno, illustrative e a volte anche spiritose e ironiche.
Dove presenti sono state rispettate le didascalie dell’autore.
In questo terzo album di Nino Calabrese sono raccolte raccolte le fotografie più direttamente legate alle azioni militari fino ai giorni che precedono l’armistizio.
Sono i figli Ignazio, Pierantonio e Maria Grazia a conservare gelosamente l’album del reportage di guerra di Nino Calabrese, così come fu da lui stesso impaginato e lasciato a futura memoria.
Nato a Modica il 29 gennaio 1899, appena conseguito il diploma di ragioniere all’Istituto Tecnico Archimede, viene inviato al fronte dopo la disfatta di Caporetto, insieme con migliaia di altre reclute diciottenni.
Entra a far parte della squadra degli Arditi e viene ferito alla tempia in una delle prime azioni belliche. Durante la convalescenza in ospedale, si fa apprezzare per le sue doti di abile disegnatore, cartografo e appassionato fotografo. Una volta guarito, riceve l’incarico di seguire le truppe al fine di tracciare su una carta geografica le postazioni, le manovre, i luoghi della sua zona di guerra, in Val d’Adige.
Le foto del reportage sono state scattate con una macchina fotografica di sua proprietà e stampate in un laboratorio da lui stesso attrezzato nella fureria del campo.
Le immagini sono una testimonianza diretta non solo dell’attività militare ma anche della vita quotidiana che si svolge al fronte. Ora col suo occhio ora con quello del fedele amico Annino, vengono colti e fissati gli eventi, quasi sempre commentati con didascalie di suo pugno, illustrative e a volte anche spiritose e ironiche.
Dove presenti sono state rispettate le didascalie dell’autore.