Salvatore Licitra

Salvatore Licitra

Nato a Ragusa nel 1945. Figlio di massari, laureato in Lettere, è stato insegnante all’Istituto Magistrale di Ragusa. Ha raccolto e pubblicato storie di vita di ragusani con attenzione particolare alla vita quotidiana e alla seconda guerra mondiale. Fra le sue pubblicazioni: Se b’avissi a cuntari, 2005; Frammenti di storia, 2006; Quaderni di guerra. Voci da un’Europa divisa, 2007; La guerra di Crispino, 2009. E’ stato segretario della sezione di Ragusa dell’AEDE (Association européenne des enseignants) dal 1986 al 2006.
Ricorda le condizioni di estrema povertà nelle campagne e riflette sulla lunga catena di sfruttamento, soffermandosi su aspetti della vita materiale di salariari, massari e bambini. Altro tema di riflessione è la sua esperienza di raccolta delle storie di vita e l’uso didattico delle testimonianze e di Terra matta.

Nella masseria i salariati, impiegati per brevi o lunghi periodi, vivevano in condizioni di estrema miseria e venivano sottoposti a un intenso sfruttamento. La giornata di lavoro cominciava al buio e, una volta rientrati dai campi, veniva ancora richiesto altro lavoro nella masseria. Il cibo era scarso e cattivo, nessun ricambio di vestiario era previsto nella settimana, arcaico era il sistema di illuminazione. Durante la mietitura, come spigolatrici, e per la raccolta di olive e carrube erano impiegate anche le donne.

Nelle masserie bambini e ragazzi lavoravano fin dai sette-otto anni come pecorai e garzoni in condizioni di sfruttamento simili a quelle degli adulti. Venivano “adduvati” con un contratto di tipo annuale, che prevedeva un pagamento alle famiglie in granaglie e denaro e il mantenimento del bambino da parte del massaro.

Salvatore Licitra ricorda la sua vita in campagna fino all’età di 27 anni, le vacanze, l’abitare tra città e campagna, l’autonomia dei bambini, gli effetti della Riforma agraria.

Ancora negli anni Cinquanta la piaga dell’analfabetismo era diffusissima nelle campagne del ragusano; saper leggere e scrivere era una conquista, irraggiungibile per molte donne. Il testimone ricorda come lui e i suoi fratelli per frequentare la scuola dovessero abitare da soli nella casa di città, lontani dai genitori, che in campagna gestivano la masseria.

“Era una catena disperata”, così Salvatore Licitra descrive i meccanismi di sfruttamento che, messi in atto dai proprietari terrieri, colpivano tutti i lavoratori agricoli, con differenti modalità a seconda della loro posizione nella scala gerarchica.

Nel secondo dopoguerra nelle campagne arrivò la Riforma agraria. Salvatore Licitra riflette, a partire dai propri ricordi, sulle conseguenze che la legislazione ebbe per le famiglie dei massari, che si collocavano in posizione intermedia tra i padroni dei fondi e gli operai agricoli.

L’intervistato, da lungo tempo impegnato nella raccolta di fonti orali, racconta l’esperienza di “fare storia con chi la storia l’ha fatta” e di una didattica che fa tesoro delle memorie della gente comune. A suo giudizio Terra matta offre occasioni straordinarie per incontri con giovani e studenti.