Oltre al fronte. La Grande Guerra e i paesi iblei

2. L’addestramento e la breve guerra di Ottorino Moncada

I modelli di retorica, la religione della patria

Ottorino Moncada, nato a Modica il 15 agosto 1893, frequentò il corso accelerato per ufficiali, esteso, data la mancanza di queste figure, a tutti i diplomati. Il suo quaderno degli appunti, conservato presso il fondo Moncada dell’Archivio di Stato di Ragusa, è un prezioso documento. Così si legge nella prima pagina: “ La guerra è considerata un fenomeno naturale e come tale necessario alla vita e al suo sviluppo. Si può definire una contesa essenzialmente pubblica fra unità sociali politicamente organizzate; l’individuo non vi piglia parte come tale ma come strumento di organizzazioni politiche”.
Nello stesso fondo archivistico sono anche presenti alcune lettere e cartoline inviate da Ottorino alla madre, in cui il giovane soldato si auspica la fine di una «guerra rovinosa e micidiale» cui bisogna, però, rassegnarsi «per il bene della cara Patria che comincia a romperci la testa». Sarà una guerra molto breve la sua. Partito presumibilmente l’1 gennaio 1916 per il fronte, troverà la morte di lì a poco. Nel fascicolo a lui intestato, conservato presso il Museo del Risorgimento di Roma, è conservato il ritaglio del “Corriere di Catania”, datato 15 gennaio 1916, nel quale si annuncia la sua morte. Il testo è scritto ricorrendo a temi e modalità tipiche di una retorica patriottica che nel discorso religioso aveva il suo modello di riferimento.