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La Festa dell'Uva

Questo album dedicato alla Festa dell'Uva è costruito attraverso le immagini conservate presso l'Archivio di Stato di Ragusa nel Fondo Prefettura. Queste fotografie venivano commissionate dai podestà affinché potessero documentare al Prefetto, in quanto rappresentante del governo, l'avvenuto svolgimento delle celebrazioni della "Festa dell'Uva" secondo le indicazioni emanate da Roma. Le foto, allegate alle lettere indirizzate al Prefetto, anch'esse in galleria, testimoniano l'effettivo svolgimento non solo a Ragusa ma anche negli altri comuni, tra i quali Santa Croce Camerina, Modica e Scicli. 
Le “Feste dell’Uva”, che si erano svolte qui e lì in Italia anche da antica data, in epoca fascista furono organizzate capillarmente in tutta Italia su precisa indicazione governativa. Il 28 settembre 1930 fu la prima "Giornata dell'uva" nazionale. In seguito, per volere di Mussolini, la "giornata" si tramutò in "festa" popolare di grande successo, specialmente nelle zone di tradizione vitivinicola. 
Le motivazioni della scelta erano di ordine economico e politico. Sul piano economico c'era il tentativo di fronteggiare la crisi del settore vitivinicolo, causata dalla sovrapproduzione, stimolando il consumo interno di vino e di uva da tavola italiane e incrementando l'esportazione con agevolazioni fiscali. In contrasto con la politica antialcolica del regime, si sostenne come il vino, in dosi moderate, fosse un valido alimento e un aiuto al miglioramento della razza e come l'uva avesse importanti proprietà terapeutiche.
Sul piano politico valorizzare le tradizioni folkloristiche locali serviva al fascismo per divulgare la sua immagine di partito di cultura ruralista e paesana, puntando su un largo consenso tra i ceti contadini, esaltando il regionalismo e rispondendo alla domanda di svago che proveniva soprattutto dalla provincia.

La Festa dell'uva ha rappresentato, inoltre, un simbolo di italianità anche al di fuori dai confini italici. In seguito alla discussione sul gruppo facebook dell’Archivio degli Iblei intorno alla Festa dell’uva è emerso tramite Giovanni Damele, docente presso l’Università di Lisbona, come una Festa dell’uva sopravviva ancora oggi nella città di Caxias do Sul, nello stato di Rio Grande do Sul, nel sud del Brasile. Le origini della festa risalgono già ai primi anni della migrazione italiana a Caxias do Sul (1875) ma è solo il 7 marzo 1931, sei mesi dopo l’istituzione della prima “Giornata dell’uva” in Italia, che nasce la Festa da Uva quale festa dell’intera comunità cittadina. Intorno alla sua liturgia, dunque, si costruisce la autorappresentazione di una comunità che vuole mostrare i successi del lavoro svolto nel corso di più di 50 anni. Già qualche anno prima, nel 1925, in occasione delle celebrazioni dei 50 anni di immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul, una lettera di Mussolini faceva da prefazione al volume celebrativo, esaltando la figura dell’italiano quale colonizzatore di successo. Ancora nel 1933, in occasione della terza Festa da uva, la «Revista da Uva» di Caxias do Sul pubblica un articolo di Mussolini intitolato Il vino nella vita e nella civiltà delle nazioni: in esso, attraverso l’elogio di un uso moderato del vino, prodotto della civiltà occidentale, si esaltano le qualità nazionali e razziali degli italiani. La Festa da Uva verrà sospesa nel 1938, nell’ambito degli scenari internazionali che porteranno alla seconda guerra mondiale e della politica nazionalista di Getùlio Vargas, per poi riprendere nel 1950. 

Le immagini sono pubblicate per gentile concessione dell'Archivio di Stato di Ragusa - sezione Modica. 

Approfondimenti sulla Festa da Uva: