Consumi e tempo libero
Che belle ebiche che sono queste per i miei feglie!
Che bella ebica hanno capitato tutta questa cioventù!
La “bella ebica” a cui fa riferimento Vincenzo Rabito è quella degli anni Sessanta, quando le abitudini della vita quotidiana sembrarono significativamente trasformarsi rispetto a un passato fatto di stenti, privazioni ed economie all’osso. Fu allora che si diffusero nuovi consumi e stili di vita che comprendevano anche nuove forme di divertimento e di uso del tempo libero.
Tra il 1958 e il 1963 era giunto al culmine il cosiddetto miracolo economico. Il reddito pro capite che in Italia, nel 1952, era pari a 557 dollari, aveva raggiunto nel 1963 quota 970. Il numero dei disoccupati, che corrispondeva al 10,3% della popolazione attiva nel 1950, era sceso nel 1962 al 3%, un livello che poteva essere considerato di piena occupazione. Indici dello stile di vita e dei nuovi modelli di consumo furono, oltre al miglioramento della dieta alimentare, l’acquisto di elettrodomestici e la motorizzazione di massa. Tra le grandi novità la televisione.
Nel 1966 il 59,9% delle famiglie italiane possedeva il frigorifero e un uguale percentuale il televisore, solo il 32,2% la lavatrice, ritenuta evidentemente un bene meno essenziale. Il 31,3% delle famiglie possedeva almeno un’automobile. Il telefono, che nel corso degli anni Cinquanta era riuscito a collegare tutti i paesi, anche quelli più arretrati del Sud, fu presente invece in tutte le case solo negli anni Ottanta.