La scuola
Così io, quanto vedeva il libro di mia sorella che antava alla scuola, mi veneva la voglia di cominciare a fare «a,i, u». Quinte, cercava di amparareme qualche vocale e li numera.
Vincenzo Rabito racconta come faticosamente si emancipò da autodidatta assoluto dall’analfabetismo: non aveva frequentato neanche un giorno di scuola. Non era un’eccezione. Secondo i dati del censimento del 1901 nel ragusano quasi quattro persone su cinque (e precisamente il 78,6%), considerando la popolazione superiore ai sei anni, risultavano analfabete, una percentuale non solo nettamente superiore alla media nazionale (50%), ma anche a quella già molto alta della Sicilia (70%).
L’analfabetismo, che solo nel corso degli anni Settanta si ridusse in Italia a fenomeno marginale, riguardava in provincia di Ragusa il 49,4% nel 1934, il 26,6% nel 1951 e ancora il 18,7% nel 1961, quando il tasso regionale era del 16% e quello nazionale dell’ 8,3%. In larga parte gli analfabeti censiti nel 1961 erano anziani o adulti, ma lo era ancora anche il 3% dei minori in età scolare (dai 6 ai 14 anni). Per tutta la prima parte del Novecento saper leggere, scrivere e far di conto fu per tanti ragusani un ambito traguardo da raggiungere.