Angela Failla
Nata a Chiaramonte Gulfi nel 1931. Nei suoi ricordi la rievocazione di molti aspetti di vita quotidiana negli anni del fascismo e del secondo dopoguerra: una vita trascorsa interamente nel paese d’origine e tra le mura domestiche.
Durante il fascismo Angela Failla era piccola italiana. Nei ricordi il sabato fascista, l’alzabandiera a scuola, le colonie a Chiaramonte, le marce e la sua divisa con la M di Mussolini.
Angela Failla ricorda la forte figura della madre che, con ingegno e in modo sorprendente, consentì al marito, tornato dalla guerra, di riaprire la bottega di fabbro. Il racconto insiste sui molti espedienti e sacrifici messi in atto dalla famiglia per procurarsi i viveri durante la guerra. E alla fine in casa “non mancava niente”.
Angela Failla ricorda l’arrivo degli americani a Chiaramonte Gulfi, la madre con il fazzoletto bianco e alcuni episodi di convivenza con gli occupanti.
Arrivata la Liberazione, Angela Failla ricorda il pellegrinaggio religioso di ringraziamento. Nel secondo dopoguerra il padre, ex camicia nera, torna in paese e la famiglia diventa democristiana. Nuovi pellegrinaggi al santuario di Gulfi si svolgevano anche in occasione della vittoria della DC intonando l’inno del partito, O Biancofiore simbolo d’amore.
Una descrizione delle abitudini alimentari nella quotidianità, nei giorni di festa e durante il Carnevale, momento in cui tradizionalmente faceva la comparsa il piatto di maccheroni.
In anni in cui il lavoro casalingo aveva ancora un forte peso nel bilancio famigliare, Angela Failla ricorda e descrive nel dettaglio quando il sapone era fatto in casa a partire dagli scarti della produzione dell’olio d’oliva.
La passione di Angela Failla per la macchina da cucire, la sartoria, il ricamo e il lavoro di magliaia.
Angela Failla ricorda l’acquisto della radio con il grammofono nel 1956, poi i materassi a molle nel 1957, la lavatrice, il frigorifero nel 1968. La televisione, che arrivò all’inizio degli anni Sessanta, era un “cinema” per tutti.
Il ballo alla Società operaia di Chiaramonte Gulfi, i balli pubblici e il ballo in casa.
Angela Failla ricorda quando, nonostante gli impegni domestici e il divieto paterno, trovava comunque il modo di comprare delle riviste e di leggerle.