Oltre al fronte. La Grande Guerra e i paesi iblei

11. La canzoni della guerra e le loro varianti a partire dalla testimonianza di Carmelo Campanella

Con un intervento del Maestro Dario Adamo

Una storia della Grande Guerra attraverso le fonti orali è oggi, ovviamente, impossibile. E’ possibile, però, ricostruire i modi con cui il racconto della guerra è stato tramandato. Un particolare esempio di questa narrazione del primo conflitto mondiale è rappresentato dalle canzoni. Carmelo Campanella, un testimone particolarmente prezioso che ha già collaborato con l’Archivio degli Iblei, ha cantato per noi le canzoni che ha appreso dal padre, Giovanni Campanella. Le canzoni di Campanella differiscono anche significativamente dalla  versioni note, interpretate sul palco dal Maestro Dario Adamo. Con il suo aiuto sono state analizzate anche rispetto alla loro origine, spesso popolare. 

29 LUGLIO
(canto degli alpini, versione comunemente conosciuta)

Il ventinove luglio
quando che matura il grano
è nata una bambina
con una rosa un mano.
Non era paesana
e nemmeno cittadina,
è nata in un boschetto
vicino alla marina.
Vicino alla marina,
dov’è più bello stare,
si vede i bastimenti
a navigar sul mare.
Per navigar sul mare
ci vuole le barchette,
per far l’amor di sera
ci vuol le ragazzette.
Le ragazzette belle
l’amor non lo san fare,
noialtri baldi Alpini
ce lo farem provare.
Ce lo farem provare,
ce lo farem sentire,
stasera dopo cena
prima d’andà dormire.

29 LUGLIO
(canto degli alpini, versione di Carmelo Campanella)

E ventinove luglio, e quando che matura il grano
È nata una fanciulla con rose e fiori in mano
Non era paesana, e nemmeno cittadina
Era di quel boschetto vicino alla marina
Vicino alla marina, dove c’è un bello star
Ci sono bastimenti a galleggiar sul mare
A galleggiar sul mare ci sono pure le barchette
E a far l’amor di sera ci vonno ragazzette
Ma ragazzette belle che l’amor la sanno far
E noi bei giovanotti ce la faremo fare
Ce la faremo fare e ce la farem sentire
E di soddisfazione li faremo gioire!

LE CAMPANE DI SAN GIUSTO
(Giovanni Drovetti, Colombino Arona)

Per le spiagge per le rive di Trieste
Suona e chiama di San Giusto la campana
L’ora suona, l’ora suona non lontana
che più schiava non sarà
Le ragazze di Trieste cantan tutte con ardore
“O Italia o Italia del mio cuore,
tu ci vieni a liberar!”
Avrà baci, fiori e rose la marina,
la campana perderà la nota mesta,
su San Giusto sventolar vedremo a festa
il vessillo tricolor!
Le ragazze di Trieste cantan tutte con ardore
“O Italia, o Italia del mio core
tu ci vieni a liberar!”

LE CAMPANE DI SAN GIUSTO
(versione di Carmelo Campanella)

Mpom, mpomm, mpomm
Suona suona di San Giusto la campana
E tu ci vieni a liberar
Le campane di Trieste cantan tutte
Cantan tutte, con ardore
“O Italia o Italia del mio cuore,
tu ci vieni a liberar”
Sulle balze, sulle balze del trentino
Pianteremo pianteremo il tricolore
O Trieste o Trieste del mio cuore
Ti verremo a liberar

MONTENERO
(canzone degli alpini, versione comunemente conosciuta)

Spunta l’alba del 16 giugno,
comincia il fuoco l’artiglieria, 
il Terzo Alpini è sulla via 
Monte Nero a conquistar.

Monte Rosso e Monte Nero, 
traditor della vita mia, 
ho lasciato la casa mia 
per venirti a conquistar.

Per venirti a conquistare 
abbiam perduti tanti compagni 
tutti giovani sui vent’anni 
La sua vita non torna più. 

Il colonnello che piangeva 
a veder tanto macello: 
Fatti coraggio, Alpino bello, 
che l’onor sarà per te!

Arrivati a trenta metri 
dal costone trincerato 
con assalto disperato 
il nemico fu prigionier.

Ma Francesco l’Imperatore 
sugli Alpini mise la taglia: 
egli premia con la medaglia 
e trecento corone d’or.

Chi gli porta un prigioniero 
di quest’arma valorosa 
che con forza baldanzosa 
fa sgomenti i suoi soldà.

Ma l’alpino non è 
un vile, tal da darsi prigioniero, 
preferisce di morire 
che di darsi allo straniero.

O Italia, vai gloriosa 
di quest’arma valorosa 
che combatte senza posa 
per la gloria e la libertà.

Bella Italia devi esser fiera 
dei tuoi baldi e fieri Alpini 
che ti dànno i tuoi confini 
ricacciando lo stranier.

MONTENERO
(canzone degli alpini, versione di Carmelo Campanella)

Monte nero dove sei?
Traditore della patria mia
Ho lasciata la mamma mia
Per venirti a conquistar
Per venirti a conquistare
Ho lasciato tanti compagni
All’età di venti anni
La loro vita non torna mai più
Quando siamo su in trincea
Siamo tutti preparati
Con fucile e baionetta
E all’assalto dobbiamo andar,
all’assalto i bersaglieri,
all’assalto la fanteria
ci protegge l’artiglieri
con il rombo dei cannon
Quando siamo nelle loro trincee
Son tutti pieni di reticolati
E noi allora da bravi soldati
Tutto per l’aria faremo saltar.
O quanti morti, o quanti feriti,
o quanto sangue ch’è sparso per terra
artiglieria sul campo di guerra
non c’è il cannone che spara così.
Alla mattina del sedici luglio
Montenero fu insanguinato
E Monterosso fu conquistato
Per la Patria e per la gioventù.
Parte il treno da Verona
E a Cividale non si ferma più
Montenero e Monterosso
Traditore della gioventù.
Sulle montagne coperte di neve
Sono coperte di sangue italiano
E sono piene di sangue italiano
W l’Italia e W il Re.
E ho trovato una bella stelletta
E l’ho portata in casa Savoia
Ce l’ho portata con bene e con gioia
W l’Italia e W il Re.

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